lunedì 25 agosto 2008

Concerto a Padova

La stupenda serata inizia verso le 20, quando io e mia mamma arriviamo nella piazza dove si terrà il concerto. La giornata è splendida e la luce del sole crea strani e meravigliosi effetti di luce in un luogo dove, dirà Angelo più tardi, "anche le pietre parlano". Appena ci avviciniamo alle poltrone, allestite per contenere centinaia di persone, scopriamo con grande meraviglia che alcune sono libere nella prima fila. Subito prendiamo posto nelle due poltrone esterne a destra, una posizione che ritengo ottima per cogliere molti dettagli. Con grande emozione accumulata nell'attesa, cerco di calmarmi un po' scattando qualche foto del luogo e della folla che pian piano comincia ad affollare il sagrato della grande Basilica di Sant'Antonio.
Pochi minuti dopo il nostro arrivo si avvicina il batterista di Angelo, Davide Ragazzoni, e, non volendomi far scappare questa occasione d'oro, gli rivolgo un saluto con grande gentilezza che mi viene subito ricambiato con un profondo sorriso, rivelando la grande simpatia di questo immancabile componente del gruppo.
Ragazzoni ci fa subito notare la sua soddisfazione per lo splendido luogo e il fatto che, dopo tanti giorni di maltempo, finalmente suonerà sotto alla volta stellata.
I minuti scorrono veloci e la gente continua ad affluire senza sosta.
Sono rimasto sorpreso della gran varietà di persone che si stava pian piano accumulando, perfino sui muretti che circondano la piazza.
Il pubblico variava da veterani che probabilmente seguono Angelo dall'inizio della sua carriera, ai più giovani. Tra il pubblico anche alcuni sacerdoti, frati e suore, sicuramente attratti dalla levatura della musica del Maestro. Ciò non fa che confermare il fatto che la musica unisce tutti, indipendentemente dal modo di pensare e di presentarsi.
Dopo aver assistito agli ultimi preparativi del palco, al calare rapido del sole e all’apparire delle prime stelle il pubblico inizia ad applaudire e il frate che rappresenta le autorità ecclesiastiche si fa spazio sul palco.
Le sue sono state parole di grande gratitudine vista la folla presente in quella piazza che rappresenta la dimora delle spoglie del Santo di Padova. Ci fece notare che prima Sant'Antonio si deve celebrarne il padre, San Francesco D'Assisi.
Il frate si è congedato con l’auspicio che un giorno possa avere luogo uno spettacolo dedicato proprio al Santo Patrono della città. Per noi ciò potrebbe significare la speranza di potere ascoltare un album dedicato a ques'altro grande uomo della storia.
Uscito di scena il religioso entra in scena il nostro Angelo, vestito con una camicia scura, un gilet anch'esso scuro, gli immancabili pantaloni neri con la striscia bianca, le spadrillas e l'inconfondibile capigliatura.
Lo spettacolo si apre con la frase di rito "Io sono il Trovatore, e sempre vado per molti paesi e città. Ora che sono arrivato fin qui: lasciate che prima di partirne io canti. Questa è la storia di Giovanni, figlio di Pietro di Bernardone e di Madonna Pica e di come fu che egli divenne Francesco D'Assisi". Si ode un “gong”. Viene recitato il "Cantico delle Creature" e nel momento in cui si inizia a celebrare frate vento inizia la musica del Cantico arrangiato da Angelo.
Il concerto del Maestro prosegue con i seguenti brani, tutti molto emozionanti e coinvolgenti: "Il Sultano di Babilonia e la Prostituta", "Il lupo di Gubbio", "Audite Poverelle", "Il Trattato dei Miracoli", "Nelle paludi di Venezia ...", "La predica della Perfetta Letizia".
Alla fine di ogni brano vengono letti scritti francescani e aneddoti relativi alla passione di Angelo per le filastrocche, in particolare prima di cantare "Il Trattato dei Miracoli".
Lo spettacolo finisce con "La Morte di Francesco", seguita dalla versione de "Il Cantico delle Creature" con il coinvolgimento del pubblico.
Dopo i ringraziamenti e l'inchino, Angelo e il suo gruppo ci lasciano. Molte persone, specialmente quelle in prima fila, cominciano a defluire vuotando la piazza, ma io resto fermo al mio posto sapendo che il concerto non sarebbe finito lì. Infatti dopo pochi secondi si vede riapparire Angelo con il suo violino. Ci racconta la storia, che noi appassionati conosciamo molto bene, della musica, del violino strumento del diavolo e della sessualità degli strumenti. Subito dopo inizia a suonare l'assolo di violino che sarebbe poi sfociato ne "Alla fiera dell'Est", con una battuta pochi secondi prima di iniziare "Nulla vi sarà risparmiato", seguita da una risata generale. Tutti cantano seguendo le note del violino fino al fuoco, poi avviene la sorpresa. Angelo si blocca su "e venne", ripetendolo 3 volte. Sentendo qualcuno cantare " l'acqua che spense il fuoco ..." riprende a cantare per poi finire con la strofa finale "E infine il signore". Tutto sembrava concluso e invece, mentre cantava e suonava il violino dice cantando "sono stanco e non ce la faccio più".
Il pubblico scoppia a ridere.
Segue "Cogli la prima mela", accompagnata dal pubblico, "Vanità di Vanità", "Ballo in fa diesis minore" e infine una scatenata e saltellata "La pulce d'acqua".
Fin dall’inizio avevo notato che Angelo quella sera era in grande forma e ci avrebbe regalato perfino qualche saltello.
Il maestro esce nuovamente e rientra poco dopo, con la chitarra in mano, per eseguire la splendida, "Stella mattutina", brano inedito ed eseguito solo nei concerti, non essendo mai stato inciso da Angelo in nessun disco.
Questo brano segna la conclusione del concerto di Angelo, nel cui volto si legge la soddisfazione per avere avuto un grande apprezzamento anche in termini di presenze.
Subito dopo mi sono affrettato a raggiungere il retro palco per cercare di strappare ad Angelo una foto che da tanto desideravo
Dopo una buona mezz'ora riappare e si offre per firmare autografi e posare per qualche foto.
Io, con grande entusiasmo, gli chiedo di fare una foto e lui gentilmente acconsente. Mi avvicino e mi faccio scattare una foto alla quale rimarrò sempre legato e che conserverò con grande cura. Prima di allontanarmi mi avvicino e gli stringo la mano dicendogli "Saluti dalla Locanda del Malandrino" mi risponde con un "Oh" e un profondo sorriso mascherando così il suo viso stanco ma soddisfatto per la grande serata.
E' stato uno dei concerti che ricorderò con più entusiasmo perché mi ha dato forti emozioni e forse la più grande di tutte: quella di aver stretto con mano uno degli artisti più importanti della musica italiana e internazionale.
La sacralità del luogo unita alla musicalità di Angelo sono di certo la ricetta per una serata indimenticabile.
Padova, 21/06/08