Dopo lunghe giornate grigie e piovose arriva il tanto sperato sole. La luce arriva più debole alla fine dell'Autunno, preannunciando l'arrivo dell'Inverno. E' in questo giorno così bene iniziato che si è svolta una delle esperienze più belle ed emozionanti della mia vita.
Questa volta la città di destinazione è Brescia. Personalmente non avevo mai messo piede in questa città, dai tratti tipici delle città del nord.
Il viaggio per me inizia alle 13.30 quando mi avvio verso la stazione dei treni di Vicenza. Cogliendo l'occasione della bella giornata decido di recarmi a Verona per poi raggiungere, insieme al mio amico Paolo che mi avrebbe accompagnato, la sua città: Mantova. Il treno parte con qualche minuto di ritardo. Il paesaggio che mi si presenta fuori dal finestrino è davvero molto rilassante: colline con qualche abitazione, grandi distese di vigneti e qualche fiume che lento e inesorabile scorre verso il mare. Il sole illumina l'abitacolo dove mi trovavo riscaldando non solo il corpo ma anche il cuore. Le affascinanti forme della Natura mi fanno sempre un grande effetto e sono spesso fonte di ispirazione.
Molto prima di quanto pensassi raggiungo la città famosa per la storia di Giulietta e Romeo: la veneta Verona. Passano pochi minuti e sono già in viaggio con il mio amico Paolo verso Mantova. Il tragitto è breve e in poco tempo raggiungiamo una delle città più particolari d'Italia. La sensazione che prova un visitatore che si trova a Mantova per la prima volta è quella di trovarsi improvvisamente in pieno Rinascimento. Palazzi imponenti, torri e piazze delineano un panorama degno di dipinto antico. Passeggiando per le strade e attraversando le piazze ho quasi la sensazione di sentire la Musica di "Futuro Antico III", l'album che Angelo ha dedicato alla musica della corte dei Gonzaga, la famiglia che per molti decenni governò questa città.
Purtroppo il nostro soggiorno è breve anche se ci permette di visitare la bellissima basilica di Sant'Andrea, famosa per molti dipinti di Andrea Mantegna e, secondo la leggenda, per custodire il preziosissimo sangue di Cristo portato dal centurione romano Longino...
Quando il tempo a nostra disposizione scade decidiamo di avviarci verso la vera tappa della giornata.
Il viaggio verso Brescia risulta essere piuttosto breve e troviamo velocemente il luogo dove si sarebbe tenuto il concerto. Il sole è ormai sparito da tempo e la notte ci regala un'aria davvero fredda. Una volta giunti al Palabrescia, il palazzetto dove si farebbe tenuto il concerto, ci affrettiamo ad entrare a riscaldarci. Mentre cerchiamo l'entrata di quell'edificio così particolare sentiamo nell'aria aleggiare le magiche note de "Il Cantico delle Creature". Conoscendo ormai come si svolgono i concerti capisco che le prove sono iniziate. Trovato l'ingresso vediamo alcuni membri dello staff che completano i preparativi per la serata.
Visto l'anticipo ci sono poche persone in sala d'attesa. Approfittiamo di questo momento per prenderci una cioccolata calda. E' un vero toccasana in queste giornate così fredde.
Trascorre un po' di tempo e timidamente inizia a formarsi un piccolo gruppo di persone. Finalmente arrivano anche Laura, Viola e il marito Maurizio, accompagnati da Giuseppe che era andato loro incontro. Dopo i saluti decidiamo di raggiungere uno degli scopi della nostra serata: la consegna del regalo di Natale per il Nostro Angelo. Per far questo cerchiamo il camerino degli artisti che scopriamo essere dietro al palco. Subito ci accoglie calorosamente il manager di Angelo e, in seguito, anche il batterista Davide e altri componenti del gruppo.
Per me è davvero una forte emozione poter stare vicino alle persone che hanno reso possibile tutto questo.
Davide si rivela subito la bella persona simpatica che ho sempre immaginato. Ci regala qualche battuta e ci spiega un po' la sua visione dell'interpretazione dal vivo.
Purtroppo Angelo non è pronto ad accoglierci in quel momento così decidiamo di tornare all'ingresso per poter acquistare i biglietti del concerto. Riusciamo a prendere i posti vicini e in una posizione molto buona. Giuseppe decide di prendere un posto più in alto per poter fare qualche ripresa. Nel frattempo la gente inizia ad affollare la sala d'ingresso.
Con mia grande sorpresa poco dopo ci raggiunge Gianluca che ci porta in un posto che mai avrei immaginato: il camerino di Angelo. Questi ci accoglie con grande calore e ci invita a sederci insieme a lui. Nessuno però approfitta di questo invito forse per un po' di imbarazzo. Il grande momento era arrivato. Consegniamo il libretto che con tanto amore e passione noi della Locanda abbiamo realizzato. Durante la sua carriera Angelo ha interpretato varie versioni de "Alla fiera dell'est" e noi, così per scherzo, abbiamo deciso di tradurla nei vari dialetti presenti nella Locanda. Angelo resta veramente sbalordito e al tempo stesso onorato per una simile impresa. Poiché si trattava di un regalo di Natale gli spieghiamo che, oltre alle versioni dialettali della Fiera, erano presenti anche i nostri personali auguri di Natale.
Sarei rimasto in sua compagnia per molto altro tempo ancora ma decidiamo di lasciarlo per dargli il tempo di rilassarsi prima del concerto. Tempo fa ho letto che per lui durante i primi minuti sul palco il pubblico non esiste. Esiste solo la Musica e piano piano entra in sintonia con il calore della gente. Credo che sia un modo per entrare in quella che io chiamo la "Dimensione Musicale", una dimensione estranea allo spazio e al tempo che appartiene solamente alla Musica.
Tornati nella sala d'ingresso attendiamo l'apertura delle porte per poter prendere posto. Durante questa attesa conosco un po' meglio il Giuseppe che era la prima volta che incontravo di persona. La folla nel frattempo raggiunge una dimensione notevole dimostrando che, nonostante siano 8 anni che viene riproposto lo spettacolo, questo sia ancora molto apprezzato e riesca ancora a riscaldare i cuori di molte persone. Io credo che Angelo Branduardi in questi 8 anni si sia fatto conoscere a moltissime persone, soprattutto i giovani che partecipano calorosi alle sue performance dal vivo.
Le porte vengono aperte e in un attimo la gente occupa gran parte della sala. I nostri posti risultano essere subito di mio gradimento essendo molto vicini al palco e in una posizione abbastanza centrale. L'emozione a questo punto inizia a salire.
Le luci si spengono e il sipario rosso si apre. Il silenzio dilaga in un attimo e il mio cuore inizia a battere molto più velocemente del solito. Entrano Davide e gli altri compagni di squadra seguiti poi da Angelo che entra rigorosamente dalla parte sinistra del palco. Un colpo di Gong fa vibrare la terra e l'aria e Angelo esordisce con la sua frase di apertura: "Io sono il Trovatore e sempre vado per molti paesi e città. Ora che sono arrivato fin qui: lasciate che prima di partirne IO CANTI". Nonostante abbia assistito varie volte a questo spettacolo l'emozione che provo è sempre la stessa e sempre molto intensa. Seguono le parole che San Francesco, primo poeta della nascente lingua italiana, scrisse 700 anni fa e, una volta lodato frate vento, con grande forza inizia "Il Cantico delle Creature". Questo brano ha per me un forte legame emotivo. Mi ha sempre accompagnato ed è il brano che mi ha fatto entrare nel mondo di Angelo Branduardi, un mondo che esploro ormai da quasi 6 anni.
La novità di questo concerto è la presenza di 3 attori dello spettacolo della Lauda, vestiti del saio che caratterizza il loro personaggio: San Francesco, San Bernardo e Santa Chiara. Ogni brano viene come di consueto introdotto dalla lettura delle Fonti Francescane e da qualche dialogo dei personaggi che, al momento di parlare, venivano illuminati. I brani che si susseguono sono quelli tipici di questo tipo di spettacolo: "Il Sultano di Babilonia e la Prostituta", "Il Lupo di Gubbio", "Audite Poverelle", "La Predica della Perfetta Letizia", "Nelle paludi di Venezia ...", "La Morte di Francesco" e infine il bis de "Il Cantico delle Creature" con il battito di mani del pubblico.
A questo punto si conclude la prima parte del concerto e il sipario si chiude. Questa è una novità per me perché, nei concerti a cui avevo assistito prima, la seconda parte seguiva immediatamente la prima senza intervalli. Molta gente lascia la sala ma appare da dietro le tende Angelo che ci spiega che lo spettacolo non era ancora finito.
L'attesa non è molto lunga e le tende rosse si riaprono, facendoci apparire Angelo con il violino. Segue un racconto che noi appassionati conosciamo molto bene: lo strumento del diavolo e il sesso degli strumenti. Credo che questo sia il punto del concerto in cui viene maggiormente coinvolto il pubblico. Viene lasciata cantare al pubblico "Alla fiera dell'est" (anche questa volta non ci viene risparmiata) e "Cogli la prima mela", introdotte dall'esecuzione dell'assolo di violino. Seguono altri cavalli di battaglia di Angelo, tutti molto coinvolgenti e dal grande potere emotivo: "Ballo in fa diesis minore", "Vanità di Vanità" e infine "La pulce d'acqua". Noto che il periodo di riposo dal live di Angelo ha dato i suoi frutti perché, nonostante la stanchezza, si percepisce la grande energia che sprigiona il suo violino.
Ancora con il cuore pulsante inizia la terza parte del concerto, quella del "meno c'è più c'è". La chitarra accompagna molti brani.
Inizia con due brani d'amore, due dei pochi che ha fatto dirà Angelo: "Tango" e "La Donna della Sera" questa accompagnata dalla batteria di Davide. E' stato per me molto emozionante sentire per la prima volta dal vivo "Tango". Viene confermata la mia convinzione che dal vivo Angelo trasmette molto di più che in un semplice supporto digitale. Seguono "Confessioni di un Malandrino", "La Luna" e un brano che non sentivo dal vivo dal mio primo concerto, "Cercando l'Oro", intervallato da una spiritosa parlantina con l'accento americano alla Stanlio e Ollio. A questo punto Angelo lascia il palco ma il calore del pubblico lo riporta al suo posto. Ci regala uno dei brani più emozionanti in assoluto: "Il Dono del Cervo".
Finisce tutto con un lungo e caloroso applauso che Angelo accoglie con la grande emozione che si vedeva scolpita nel suo volto stanco.
Quella che seguirà dopo sarà un'altra emozione che custodirò per sempre.
Noi decidiamo di rimanere in sala ancora un po', il tempo di recuperare Giuseppe e di ricomporci un po'. Usciamo dopo un po' incitati dal personale di sala e io e Paolo decidiamo di mangiare qualcosa. Qui conosciamo Annamaria, una malandrina che si era aggiunta da poco tempo al gruppo e tutti insieme ci scattiamo qualche foto ricordo. Soddisfatti ci rechiamo all'esterno sul retro del palazzetto, dove troviamo parcheggiate le auto dei musicisti. Ci raggiungono dopo un po' Davide e i suoi compagni e anche i 3 attori della Lauda. Ci complimentiamo con loro della bella serata e, una volta rimasti soli, ci raggiunge Gianluca che ci invita ad entrare a salutare Angelo.
Non troverò mai le parole giuste per descrivere l'emozione che ho provato in quei momenti. Ci accoglie nuovamente con grande calore nonostante la stanchezza e lo ricambiamo con molti complimenti per la bella serata. Dopo un po' rompo il ghiaccio chiedendogli di farmi firmare il cd de "L'Infinitamente Piccolo". Seguono vari autografi e una bella foto di gruppo che conclude questa bellissima serata.
Ogni volta è una grande emozione per me. Angelo è uno dei pochi artisti che riesce a darmi tanto e non riuscirò mai a ricambiarlo. Nel mio piccolo cerco di far conoscere alla gente la sua figura che è per me fondamentale nel panorama musicale, sia attuale che di tutti i tempi.
Grazie Angelo per la bella serata e arrivederci a presto.
Andrew
20 Dicembre 2008
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